Yves Klein nasce il 28 aprile 1928 a Nizza. Figlio di due pittori, sviluppa per la prima parte della sua vita la passione per il judo, disciplina che pratica fino ad ottenere la cintura nera di quarto Dan all’istituto Kōdōkan di Tokyo.
Nel 1954, dopo aver viaggiato in Italia, Spagna e Inghilterra, prende il via la sua carriera artistica, con un libro dal titolo Yves Peintures, pubblicato a Madrid e composto da una prefazione ideata da Klein e firmata dal compositore e amico Claude Pascal. Essa si articola in tre pagine ed è composta esclusivamente da spessi segmenti neri orizzontali e di lunghezza variabile inseriti con l’intento di parodiare le complesse introduzioni tradizionali. A seguire il testo presenta la raffigurazione di dieci tavole monocromatiche, ognuna indicata dalla scritta Yves, il nome di una città in cui l’artista aveva vissuto nei quattro anni precedenti e, in una delle tre versioni del testo, le dimensioni dell’opera. Queste tavole monocromatiche, tuttavia, non rappresentavano la riproduzione fotografica dell’opera, ma erano esse stesse l’opera: fogli di carta colorato che assumevano la funzione di dipinto, un esempio di ready made.
Il 15 ottobre 1955 ebbe luogo al Club des Solitaires la prima mostra di Yves Klein. Qui, l’artista espose dei quadri monocromatici di diversi colori (rosa, verde, blu, rosso, arancione, giallo), dipinti con un rullo, considerato più anonimo e meno psicologico del pennello. La mostra si replicò il 21 febbraio dell’anno successivo presso la Galerie Colette Allendy con il titolo Yves: propositions monochromes.
Nell’autunno del 1956, Yves Klein creò l’International Klein Blue, il colore che definì l'espressione più perfetta del blu.
La creazione fu possibile grazie all’aiuto di Edouard Adam, il proprietario di un colorificio in Boulevard Quinet, a Parigi, al quale Klein chiese consiglio per un legante da utilizzare sul suo pigmento. Adam pensò di chiedere aiuto ai chimici del Rhone-Poulenc, una compagnia chimico-farmaceutica attiva a Parigi, e la scelta ricadde sul Rhodopas M11. Il brevetto dell’IKB venne depositato il 19 maggio 1960 presso l'Institut National de la Propriété Industrielle.
Dal 2 al 12 gennaio del 1957 espone alla Galleria Apollinaire di Milano i suoi primi lavori monocromatici realizzati con il colore IKB. La mostra vede la partecipazione entusiasta dell’artista Lucio Fontana, il quale acquista una delle undici tele esposte.
Dal 1960 Yves Klein lavora alla serie delle Anthropométries (Antropometrie), termine che deriva dall’unione dei sostantivi greci uomo e misura. Le antropometrie erano il frutto di una performance artistica che prevedeva l’utilizzo di corpi come pennelli viventi. Per realizzarle Klein chiese a delle modelle di cospargersi il corpo nudo di vernice per poi applicare il colore al supporto pittorico. Una prima performance venne svolta privatamente nel 1958 da una modella che riempì interamente la tela di IKB producendo, di fatto, un monocromo.
Con questi lavori Klein voleva porre l’accento sulla relazione tra colore e carne. Per meglio evidenziare questo rapporto, nel 1960 realizzò Ant 82, Anthropométrie de l’époque bleue. L’opera, eseguita all’interno di una performance pubblica accompagnata da un’orchestra che suona la Sinfonia monotona, si compone delle impronte lasciate dai corpi delle modelle sulla tela. Quest’opera fa parte dal 1984 della collezione permanente del Centre Pompidou.
Diversi video delle performance svolte per la realizzazione di questa ed altre tele simili sono inoltre presenti sulla rete o conservati presso gli archivi di vari musei.
Molte opere di Yves Klein ruotano intorno al concetto di immaterialità e di vuoto.
Il 28 aprile 1958 si svolge alla Galerie Iris Clert di Parigi la sua mostra personale La Spécialisation de la sensibilité à l'état matière première en sensibilité picturale stabilisée, conosciuta in seguito come l’exposition du Vide (l’esposizione del vuoto).
Per l’occasione, Klein predispose un grande arazzo blu all’esterno della galleria e dipinse le pareti interne di bianco, lasciando lo spazio interno completamente vuoto affinché potesse ricevere il clima pittorico della sensibilità del blu immateriale.
Una celebre opera di Yves Klein è Le saut dans le vide, una fotografia realizzata il 23 ottobre 1960 che raffigura l’artista, in volo e a braccia aperte, nel momento in cui ha appena spiccato un salto da un tetto.
L’opera è un fotomontaggio di due immagini differenti. Ad accogliere il volo dell’artista, in realtà, c’era un tappeto retto da un team di diverse persone. Questa parte della foto, però, fu tagliata e al suo posto fu inserita la parte inferiore di una fotografia che rappresentava la strada ripresa dalla stessa angolazione ma priva di persone.
La fotografia fu accompagnata da un’operazione mediatica che consistette nel porla in prima pagina sotto la scritta un homme dans l’espace e una copia realizzata ad hoc del celebre Journal du dimanche uscita in edicola il 27 novembre 1960.
Muore a Parigi il 6 giugno 1962 a causa di un infarto.