La mostra apre con un'opera fortemente simbolica: il relitto di un vecchio pianoforte a coda svuotato e riempito di terra da dove emergono teschi e ossa. Il rimando è al romanzo breve di Lev Tolstoj, Suonata a Kreutzer appunto, scritto nel 1889, che narra la storia di un amore finito in tragedia tra un uomo e sua moglie, pianista, uccisa a causa della folle gelosia del marito.
Dalle bandiere a mezz'asta alla trincea di armi appoggiate a terra, per non parlare della Vanitas, tema molto caro a Bolla, le immagini suggeriscono un’atmosfera malinconica ma non per questo inattuale: la decadenza si sposa con il luccichio e, fatto più inconsueto, la reinvenzione dell’opera, ovvero la scultura vera e propria, è unita a oggetti reali a suggerire una strada più installativa che si pone il problema di come affrontare e risolvere lo spazio.